Riportando tutto a casa is the first official work of what has now become a rather well-known group throughout Italy and beyond, the Modena City Ramblers. Their first appearance was in a collection called Combat Folk, which would then be labeled as the genre adopted by the band. Therefore, this is the first major MCR album, still the best among all to date, together with the wonderful "La grande famiglia".

The work begins with one of their classic tracks, one of the most beautiful: "In un giorno di pioggia", a superb folk ballad of inexpressible sweetness. The second track is divided into two parts: the first is "Tant par tachèr" ("just to start" in Modenese dialect), where for the first time we hear the voice of the frontman Cisco; the second part, "The atholl highlanders", is an explosion of pure folk with violins, accordions, guitars, and more. A pyrotechnic start...

The album continues with a song of open denunciation, namely "Quarant'anni", clearly dedicated to Silvio Berlusconi. It is here that the group declares itself "partisan", and absolutely intolerant towards the horrors committed by the right wing up to that point. The album goes on with "Delinqueint ed Modna", a slightly less engaging track, and with "Morte di un poeta", which blends an overall melancholic text with a melody of great joy.

The sixth track has an uncheerful title, "Funerali di Berlinguer", but in reality, it is anything but a sad song: the MCR, in fact, seem to face the thought of that tragedy with heads held high, without melancholy, almost to honor the protagonist even more. It continues with "Il bicchiere dell'addio" and "Canto di Natale", one of the peaks of this album (remarkable as always for the lyrics).

The ninth track is "Ahmed l'ambulante", which is taken from a poem by Stefano Benni, a Bolognese writer who invented the famous "Bar Sport". It is followed by "Contessa" and "Bella Ciao", a revisited version of the popular song of the World War partisans. We are almost at the conclusion with "The great song of indifference", but there is still the last, great ballad of this amazing album: "Ninnananna". This is the song that closes practically all their concerts, of an indescribable beauty.

This review is meant to honor this group, which was once inimitable, but unfortunately has shamelessly sold out, and after "Terra e libertà", has produced really pitiful albums with few ideas (I hope it's not necessary to mention the useless collection "Appunti partigiani"). Moreover, Cisco, the backbone of the group (given his incredible voice), has left – and furthermore, he has given rise to an excellent album, "La lunga notte", which makes it clear that he has not lost his touch at all, but above all that he still has many things to say.

It is therefore appropriate to say that this is an unmissable album, which has shaped a different and "combative" folk.

Practically nothing is wrong with the aforementioned work, and that is no small thing.

Tracklist Lyrics and Videos

01   In un giorno di pioggia (04:43)

02   Tant par tacher (The Atholl Highlanders) (05:33)

03   Quarant'anni (03:42)

04   Delinqueint ed Modna (04:05)

05   Morte di un poeta (03:45)

Se dovessi cadere nel profondo dell'Inferno dentro un fiume nero come l'inchiostro
rotolare perduto tra i sacchi di immondizia in un baratro senza ritorno,

Se dovessi sparire nei meandri della terra e non vedere più la luce del giorno
ma è sempre soltanto la stessa vecchia storia e nessuno lo capirà

Ma lasciatemi qui nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi
nelle vie di New York il poeta è da solo e nessuno lo salverà

Nel distretto 19 la vita corre svelta tra i palazzi e i boulevards di Parigi
gli emigrati che ballano ritmi zigani si scolano le nere e le verdi
lo sdentato inseguiva le ragazze straniere dai cappelli e dai vestiti leggeri
ma è sempre soltanto la stessa vecchia storia e nessuno lo capirà.

Ma lasciatemi qui nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi
nelle vie di Parigi il poeta è da solo e nessuno lo salverà

Vecchia sporca Dublino per un figlio che ritorna sei una madre che attende al tramonto
con la puzza di alcool coi baci e le canzoni per chi è stato un prigionero lontano
c'è una bomba e una pistola, un inglese da accoppare e una divisa dell'esercito in verde
ma è sempre soltanto la stessa vacchia storia e nessuno lo capirà.

Ma lasciatemi qui nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi
nelle vie di Dublino il poeta è da solo e nessuno lo salverà

06   I funerali di Berlinguer (06:39)

07   Canto di Natale (04:20)

08   Ahmed l'ambulante (04:44)

Quaranta notti al gelo
sotto un portico deserto
ho venduto orologi alle stelle
Ashiwa dea della notte
vieni a coprirmi d'oro
ho braccialetti finti
ed un anello per ogni mano
ma nessuna moglie.

La quarantunesima notte
vennero a cercarmi
pestaron gli orologi come conchiglie
Ashiwa dea della notte
fammi tornare a casa
avrò una valigia
piena di dolci e di cravatte
e rivedrò il mio villaggio.

Così per divertirsi o forse
perché risposi male
mi spaccarono la testa con un bastone
Ashiwa dea della notte
lei venne a liberarmi
le mie tempie
lei baciò ed io guarii
e loro no non la videro.

Quaranta notti al gelo
sotto un portico deserto
ho venduto orologi alle stelle
Ashiwa dea della notte
vieni a coprirmi d'oro
ho braccialetti finti
ed un anello per ogni mano
ma nessuna moglie.

Non sono morto al freddo
delle vostre città
ma su una grande pila d'ebano
e la mia gente ha cantato e ballato
per quaranta notti

09   Contessa (04:32)

Che roba contessa all'industria di Aldo,
han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti,
volevano avere i salari aumentati,
dicevano pensi, di essere sfruttati.
E quando è arrivata la polizia
quei quattro straccioni han gridato più forte,
di sangue han sporcato i cortili e le porte,
chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.

Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce e portate il martello
scendete giù in piazza e picchiate con quello
scendete giù in piazza e affossate il sistema.

Voi gente per bene che pace cercate,
la pace per fare quello che voi volete,
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra,
vogliamo vedervi finire sottoterra.
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato,
nessuno più al mondo dev'essere sfruttato.

Sapesse contessa che cosa mi ha detto
un caro parente dell'occupazione,
che quella gentaglia rinchiusa là dentro
di libero amore facea professione.
Del resto mia cara, di che si stupisce,
anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente ne può venir fuori,
non c'è più morale contessa.

Se il vento fischiava ora fischia più forte,
le idee di rivolta non sono mai morte,
se c'è chi lo afferma non state a sentire
è uno che vuole soltanto tradire.
Se c'è chi lo afferma sputategli addosso,
la bandiera rossa ha gettato in un fosso

Voi gente per bene che pace cercate,
la pace per fare quello che voi volete,
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra,
vogliamo vedervi finire sottoterra.
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato,
nessuno più al mondo dev'essere sfruttato.

10   Bella ciao (03:17)

Una mattina mi son svegliato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir

Seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Seppellire lassù in montagna
sotto l'ombra di un bel fior

E le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior

Questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.

11   The Great Song of Indifference (03:03)

12   Ninnananna (03:52)

Camminavo vicino alle rive del fiume
nella brezza fresca
degli ultimi giorni d'inverno
e nell'aria andava una vecchia canzone
e la marea danzava correndo verso il mare.

A volte i viaggiatori si fermano stanchi
e riposano un poco
in compagnia di qualche straniero.

Chissa dove ti addormenterai stasera
e chissà come ascolterai questa canzone.

Forse ti stai cullando al suono di un treno,
inseguendo il ragazzo gitano
con lo zaino sotto il violino
e se sei persa
in qualche fredda terra straniera
ti mando una ninnananna
per sentirti più vicina.

Un giorno, guidati da stelle sicure
ci ritroveremo
in qualche angolo di mondo lontano,
nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati
o sui sentieri dove corrono le fate.

E prego qualche Dio dei viaggiatori
a che tu abbia due soldi in tasca
da spendere stasera
e qualcuno nel letto
per scaldare via l'inverno
e un angelo bianco
seduto vicino alla finestra.

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Other reviews

By El

 "Poetry mixed with popular roots, songs of struggle and anger, the cheerfulness of Romagna, and the bitterness of Guinness in Irish pubs."

 "The rhythms are very engaging, drums and guitars with the full flavor of Ireland, the hard and rhythmic sounds of the drums reminiscent of the cliffs of the Irish seas."