Il maestro. Sperimentatore indomito, intellettuale, indagatore della metafisica. Musicalmente sempre imprendibile, complesso e semplice, giovane dentro, sempre in bilico tra rock, elettronica, pop, profumi d'oriente, classica.
Cantore di un'epoca del jazz, della storia, della vita; prodigo di calde suggestioni, viaggiatore immobile, burbero e ironico disvelatore degli abissi dell'anima.
il principe, raffinato menestrello "dylaniato", impareggiabile creatore di dolci melodie al servizio di ritratti poetici di volti e storie, ma anche di amari e taglienti squarci nella vita.
a lungo ha creato canzoni che hanno fatto storia senza mai esser smielate o ruffiane, grazie ad un estro compositivo ed un voce unica. Cantastorie schivo e originale, musicalmente ricco
la sua poetica è unica, inarrivabile, orgoglio della mia terra ligure: è musicalmente che lo metto appena sotto i sopra citati (parere personale, s'intende)
pagine indimenticabili della canzone italiana alternate ad altre più trascurabili. Testi raffinati e pungenti ma a volte appesantiti da una certa boria cantautorale e da eccessiva enfasi che lo privano della spontaneità espressiva tipica dei suoi colleghi.
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